sabato 31 maggio 2014

Diconodioggi e Pagina99we - 31 maggio 2014


IL TEMPO È MORTO! 
Domani è già oggi. Questo complicato testacoda giornaliero mi sta portando in un labirinto, dove il tempo si rincorre tra i meandri del presente e si corrompe in un nuovo passato per ribaltarmi nella metafisica dell’infinito attraverso il filtro della coscienza. Oggi è già passato, Domani è qui. Entrambi li percepisco ostaggi di un’aporia della mia mente che non riesce a farmi fuggire dalla prigione dello spazio e del tempo. Un desiderio irresistibile mi sta incatenando in una cieca intrinsecità e lo sgomento del qui ed ora mi costringe sempre più in un interstizio vuoto di opportunità cognitive! 
Lo so, per non essere qui, dovrei abbandonare l’oggi, ma il tempo mi compenetra e quel che resterà di me sarà solo un momento o un brandello di eternità. Povero me, non uscirò mai da questa impasse, qui tutto è mentale. 
Se la mia mente appartiene al tempo, il tempo scompare, perciò per non essere qui, devo appartenere allo spazio. Ma se lo spazio e il tempo sono solo necessari alla mia coscienza che li percepisce come elementi evolutivi, per uscire da questo spazio devo uscire dal tempo, o giù di lì. 
Fiuhhh! Meno male, ho fatto appena in tempo ad accorgermene.

firmato
Ciccillo Chi

Foto da Pagina99we (Anno 1 N.44 - 31 maggio-6giugno 2014)


http://www.diconodioggi.it/diteci-di-oggi-attenzione/


Qui lo schema e le regole del gioco lanciato nella settimana precedente
da Antonella Sbrilli su Diconodioggi


Dal 22 febbraio mi sono messo a giocare con Diteci di oggi
Sopra il mio dodicesimo contributo apparso sulla pagina 47 di Pagina99we.

sabato 24 maggio 2014

Diconodioggi e Pagina99we - 24 maggio 2014

Avevo sei anni
Saltò in aria. Di carta uno svolazzare di farfalle inebriò di colore il cielo ovattato. Sminuzzi di forbicine. Ritagli di schedine del Totocalcio n. 27 presi nel salone da barba del padre e scampoli di pagine del Grand Hôtel con variopinta copertina “Narcisata a Como” del magico Walter Molino, rubato alla zia. Ricordo Atalanta-Inter e Como-Foggia Incedit nei coriandoli cadenti. 
Scavò dapprima la terra. Una buca a forma di scatola di tonno da 3 chili. L’affogò d’acqua e allisciò le superfici col fango residuo, più di tutti il fondo. Bucò con un chiodo enorme il culo della buatta, già senza coperchio, tagliato del tutto con l’apriscatole. Nel meato ci infilò uno stoppino, una pagina piegata a ventaglio. 
Versò mezzo litro d’acqua nella buca e ci buttò un cecio puzzolente di carburo insieme ai ritagli infilati in un palloncino gonfiato a metà. Subito chiuse la buca con la buatta capovolta. Un bel po’ di gas d’acetilene s’accumulò all’interno. Coprì lo scrimolo con la terra residua. La pressione aumentò. Con un cerino appicciò la miccia. La buatta spiccò il volo. 
Da quel 24 maggio del ’63 è Lillino tre dita.

firmato
Ninninedda 

https://twitter.com/coseinvisibili/status/470208162097020928
Foto da Pagina99we (Anno 1 N.43 - 24-30 maggio 2014) proposta da Cristina Maselli
e tratta da un suo affettuoso tweet qui > @coseinvisibili



Qui lo schema e le regole del gioco lanciato nella settimana 
da Antonella Sbrilli su Diconodioggi


Dal 22 febbraio mi sono messo a giocare con Diteci di oggi
Sopra il mio undicesimo contributo apparso sulla pagina 47 di Pagina99we. 


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A supporto, le immagini dei documenti citati nel breve componimento.

http://www.collezione-online.it/copertina_grand_hotel_narcisata_como.htm
Del celebre Molino qui una raccolta di copertine e retro copertine da La Domenica del Corriere del 1952
http://www.ebay.it/itm/SCHEDINA-TOTOCALCIO-CONCORSO-27-del-3-3-1963-schedine-vintage-/321252132792


domenica 18 maggio 2014

Diconodioggi e Pagina99we - 17 maggio 2014

MIX = MILLENOVE_lle 
Il bambino dormiva da due ore. Il padre, dopo attimi di sconforto, iniziò un lungo dialogo interiore. “Non so se l’altra sera feci bene a restare. Altrimenti oggi saprei l’inizio ma non la fine della storia. Oppure non sarei qui, come ora sono, isolato su questa collina mentre i cani abbaiano lontano laggiù a valle, a chiedermi se quella era stata davvero la fine, o se la fine debba ancora venire”.  
Suo figlio si svegliò di soprassalto sentendosi osservato, lui sciacquò la latta vuota, diede da bere al bambino, e quello fu tutto.

- Avrei dovuto fare più attenzione, disse.

Il bambino non rispose.

- Però mi devi parlare.

- Ok.

- Volevi sapere com’erano fatti i cattivi. Adesso lo sai. Potrebbe succedere di nuovo. Io ho il dovere di proteggerti. Dio mi ha dato questo compito. Chiunque ti tocchi, io lo ammazzo. Hai capito? Un trambusto li fece sussultare. Ed ecco, giù dalla montagna, per il sentiero, veniva correndo e ansando un uomo barbuto e malmesso, disarmato, e dietro aveva due sbirri a sciabole sguainate che gridavano: - Fermatelo! È Gian dei Brughi! L’abbiamo stanato finalmente!
firmato
@Ninninedda 


V’Eletti, 1980

Qui lo schema e le regole del gioco delle tre pagine (19, 59, 99) 
lanciato nella settimana precedente da Antonella Sbrilli su Dicono di oggi


Dal 22 febbraio mi sono messo a giocare con Dicono di oggi
Sopra il mio decimo contributo. Questa volta non ho seguito alla lettera il meccanismo del gioco, ma ho preferito percorrere una strada complicata (che è rimasta inedita). Il mix richiesto nel gioco di questa settimana era di tre frasi originali scelte da tre pagine diverse (19, 59, 99) dello stesso libro di un autore a piacere, raccordati, se necessario, anche da brevi parole proprie.
Il mio testo (più lungo di 800 caratteri), invece, è un mix di tre brani originali (sotto in colore blu) di tre autori diversi tratti da tre pagine di tre libri diversi, raccordati da poche parole (le mie sono in colore nero):


Il bambino dormiva da due ore. Il padre, dopo attimi di sconforto, iniziò un lungo dialogo interiore. 
“Non so se l’altra sera feci bene a restare. Altrimenti oggi saprei l’inizio ma non la fine della storia. Oppure non sarei qui, come ora sono, isolato su questa collina mentre i cani abbaiano lontano laggiù a valle, a chiedermi se quella era stata davvero la fine, o se la fine debba ancora venire”. 
Umberto Eco – Il pendolo di Foucault (pag. 19)


Suo figlio si svegliò di soprassalto sentendosi osservato, lui 
“Sciacquò la latta vuota, diede da bere al bambino, e quello fu tutto. Avrei dovuto fare più attenzione, disse. Il bambino non rispose.
Però mi devi parlare.
Ok.
Volevi sapere com’erano fatti i cattivi. Adesso lo sai. Potrebbe succedere di nuovo. Io ho il dovere di proteggerti. Dio mi ha dato questo compito. Chiunque ti tocchi, io lo ammazzo. Hai capito?” 
Cormac McCarthy – La Strada (pag. 59)

Un trambusto li fece sussultare. 
“Ed ecco, giù dalla montagna, per il sentiero, veniva correndo e ansando un uomo barbuto e malmesso, disarmato, e dietro aveva due sbirri a sciabole sguainate che gridavano: - Fermatelo! È Gian dei Brughi! L’abbiamo stanato finalmente!” 
Italo Calvino – Il barone rampante (pag. 99)

giovedì 15 maggio 2014

Solo me ne vo per la città - L’Omino più caruccissimo del mondo




Walking City
Architecture + Evolution + Movement

Referencing the utopian visions of 1960’s architecture practice Archigram, Walking City is a slowly evolving video sculpture. The language of materials and patterns seen in radical architecture transform as the nomadic city walks endlessly, adapting to the environments she encounters.


Credits

Creative Director : Matt Pyke
Animation : Chris Perry
Sound : Simon Pyke

sabato 10 maggio 2014

Diconodioggi e Pagina99we - 10 maggio 2054

QuotiDie, il giornale delle meraviglie 
In un primo momento fu l’occhiello che catturò la sua attenzione. Lei se ne stava sprofondata sulla sdraio con i piedi nell’acqua lungo la battigia, quando la notizia di spalla vorticò nei suoi accecati occhi e ancor di più nella riscaldata testolina. Tolse gli occhiali da sole per focalizzare con altro cipiglio quanto aveva colpito le sue delicate pupille. Ripuntò lo sguardo all’inizio della frase e lesse incredula l’apertura all’articolo su sei colonne che presentava le memorie dell’ammiraglio d’armata Newold scritte esattamente 4o anni prima: «Diario di bordo, oggi 10 maggio 2054 dalle profondità dell’oceano è riemersa un’intera città di 8.000 anni fa ancora intatta». Ma la cosa che l’agitò ancora di più era il sommario “Dal passato sono emerse strane cose: un grande aeroporto, una rete di autostrade, palazzi di 80 piani, avveniristici veicoli a motore, fabbriche di permatite, pannelli solari, porti, piattaforme galleggianti, centrali elettriche, robot e molti altri oggetti realizzati con tecnologie a noi ancora sconosciute”. Il titolo le divenne all’improvviso chiarifico: “Il nostro futuro sarà per sempre più vecchio del nostro passato”. Una serie di domande prese forma nella sua mente, che ne era ora di questa città, dove era stata avvistata, perché nessun libro di storia ha mai parlato di questa civiltà? 

firmato
Zuzzuviu


Dal 22 febbraio mi sono messo a giocare con Dicono di oggi
Questo è il mio nono scritto ed è apparso sulla pagina 47 di Pagina99we
Il titolo dell’articolo (vedere foto), in un , è quasi il titolo da me ipotizzato nel testo inviato. 


www.rogersrl.it
Qui lo schema e le regole del gioco lanciato nella settimana precedente
da Antonella Sbrilli su Dicono di oggi



sabato 3 maggio 2014

Diconodioggi e Pagina99we - 3 maggio 2014

In Conte stabile
Amico mio, benvenuto nei Carpazi, luogo ridente, ma non troppo. Ti ho scritto questa mia non di poco conto sul Conte D. Sappi che ho un groppo, anzi più di uno e con te vorrei, mio privilegiato confidente, sbrogliarne altri cento. Parto da un collo che mi è stato decapitato l’atra notte di luna piena da un messo diligente. Sul plico vi ho riscontrato due strani buchi che sono il preluDio di un’EFfrazione, cioè qualcuno o qualcosa ha addentrato il pacco dividendo in chiare lettere, e ai più, il Contenuto dal Contenente: Expatre/Filioque (∔∝+∅ℵ∉⋱⊱). 
E metto subito i paletti in avanti, non è dell’ortodossa simbologia stampigliata sul pacco che voglio dirty, ma dei due punti (:) pardon, dei due buchi, insieme ad altre cose scollate. Ho già sporco denuncia, non sono rimasto lì impalato. Devi sapere che nel collo era stipata una santa reliquida, un’ampolla valacca con tanto di sigillo papale. Dentro cera il sangue del santo patrono transilvano. Abbi fede, Silvano qui non è da ritenersi una blasfemmina. Comunque, spicciati avvenire perché io non l’ho bevuta, ma qui si dice sia stato il Conte, che avendolo succhiato ora rischia la santificazione eterna. 
Torna, questo caso aspetta a te.

Firmato
Ciccillo Chi



Dal 22 febbraio mi sono messo a giocare con Dicono di oggi
Questo è il mio ottavo scritto apparso sulla pagina 47 di Pagina99we


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da Antonella Sbrilli su Dicono di oggi