venerdì 9 settembre 2011

PRESA DI COSCIENZA



La circonlocuzione è scoppiata.
«Senz’ambage» grida
per ultima una voce querula
al di qua del quadro.
         Qualcuno dirime la controversia scatenata.
Beata ignoranza!
Scoppia a ridere a scatafascio
appartato il sofista.
Io mi perito di dire qualcosa continuando a dipingere.
Senza indugi, poi serio
il luminare esplode
“non sono il vostro ludibrio”
in preda certamente ai sensi di colpa.
        Gli indotti sbadigliano tra una pausa e l’altra.
Scopriamo l’entasis del tempio della Musa.
L’epigono cerca di salvare l’applauso
indarno rimastogli,
ed io, tra l’altro
smetterò di credere
nell’altrui eristica sine die.


Il mercato dell’arte è morto per sempre.
Permette solo ai portafogli di esprimersi.
Il Critico continua a scrivermi versi rancorosi
pieni di encomi sofisticati;
io farò tesoro di Carte Segrete
e della mia presa di coscienza: smetterò.
         La celebrità dell’artista riempirà le loro noie.






2 commenti:

Francesco Zaffuto ha detto...

tra l'altro, l'eristica sine die, è solo un battito di ciglia nel tempo dell'universo

NostraDannus ha detto...

Fai bene a rimarcarlo Francesco, futile cosa appare l'eristica così come la labirintica ambage se ci poniamo saccenti al cospetto dell’immenso [enciclopedico] universo, giacché il nostro blasfemo declamare ore rotundo, mal s'aggancia all’antico serio dilemma che arrovella da sempre il nostro essere sull'origine della parola: “in principio era il verbo, e il verbo era Dio,...”, o come dice con ironia Pino Imperatore nel suo libro “in principio era il verbo, poi vennero il soggetto e il complemento”?

Un abbraccio