venerdì 15 luglio 2011

R-EVOL-UTION


... ...Jack a differenza dei suoi coetanei, nei moltissimi momenti di ozio, oltre ad elaborare lemmi, passa il tempo in internet a s->correre e a dis->correre; il termine “navigare” non lo suggestiona e non gli suggerisce alcunché. Preferisce dia-blogare con i suoi blogger e tenere con essi un largo rapporto relazionale da internauta.
    Diablogare, a differenza degli altri due vocaboli correlati a correre, che ha appuntato altre volte, e su più pagine del suo diario (Il diario di Jack), è un neologismo sincrasico che lo ingrifa, come tutti i “lemmi-macedonia”. Lo sente particolarmente vicino, perché presenta in sé il temine gare (com•p-etere) e di-ablo, che non vede nell’accezione negativista cristiana come demone, ma come il dàimon dei greci: lo spirito guida, il genio personale, la luce primordiale che sin dalla nascita accende gli stati d’animo degli esseri umani. Il portatore di luce che porta ad una sorta di eudaimonía: il ben essere.
    Diablog è per Jack lo spirito illuminato, l’anima della rete, la forza misteriosa che gli sta insufflando nell’animo, prematuramente per la sua tenera età, oltre alla gioia di vivere, l’idea che il bene personale deve essere tenuto stretto - cioè condiviso in rete - a quello di altri individui. Ha compreso che per arrivare alla propria crescita e, di conseguenza per simbiosi con gli altri, all’illuminazione universale, deve passare attraverso la partecipazione del sapere reticolare.
    È questo spirito divino della consapevolezza gli sta facendo crescere, anzitempo, l’idea che i bisogni individuali devono concordare con quelli collettivi in modo che, mentre ognuno cresce sereno e in libertà, il proprio essere raggiunge anche il tanto agognato “bene comune”, coincidente con il più grande pensiero positivo: il concetto più ampio di a-reté: i virtuosismi della rete, portavoce della collaborazione calefattiva racchiusa nello slogan People, Projects & Patterns (PPR) promulgato, a suo tempo, da Ward Cunningham.
    Il principio morale di chi mette tutto a disposizione ponendo ogni essere in condizione di libertà per costruire cattedrali di sapienza infinita: Ad usum fabricae. Il motore etico che gli sta facendo divorare anzitempo e velocemente (pre->correre, appunto) la condivisione nel world_wide_web, per sdoganare nel proprio porto, a uffa, stramilioni di informazioni stipati nei blog, nei portali, nei social network e, soprattutto, dentro Wikipedia: la libera enciclopedia.
    Jack è contagiato dal dàimon “wikiwiki” che sovrintende alla divulgazione aperta della ricerca culturale condivisa, nonché alla felicità della scrittura e della lettura. Questo suo amore per le parole, in parte, lo conferma. 
   Parole referenziali da far convergere, o per dirla alla Jack, con->correre verso la sinonimia: la dorsale perenne dei significanti più prossimi; la catena endemica dei vocaboli primordiali emersi nella notte dei tempi e che generazione dopo generazione, muta senza tregua; la frastagliata cordigliera che genera le più alte vette dei significati che puntellano la nostra coscienza e che formano il coriaceo esoscheletro etimologico in una intricata labirintica dicotomia che si dipana ad albero o si lesiona scoppiettando all’infinito come sa fare un frattale nella dualità permeata nel contrasto (inteso come esclusiva differenza) o nella analogia (percepita come retorica della complementarietà).
    In questa spigolosa visione della legge del contrappasso che bivacca tanto nelle parole quanto nella realtà, in Jack si accende il bisticcio che è sempre in agguato. L’opposto, il dissimile, l’altro aspetto di sé buio e malmostoso che spinge un pensiero e una persona altrove nel tedium vitæ, oltre il proprio sé razionale e benevolo. Il quid insanabile che lascia spazio e territorio all’altra essenza, all’oltre, al demone necessario che alimenta inesorabilmente i picchi inversi, inabissati come cattedrali capovolte (Al di là dei Sogni), nell’inferno dell’anima, nel lato oscuro dell’individuo, la malinconia: il mal essere.
    L’intrigante spirito che ci mostra il vero valore e l’altra faccia della natura umana, quella che dà un senso alle cose tristi e infelici: il di-verso stampo della stessa medaglia, la verde prateria rigonfia di momenti eclettici, di sinistri e malefici istanti, pervasi di una imperturba-bile e distruttiva estasi, che prende (s)conforto e sostanza in “momenti no”. Influssi flemmatici che riempiono buona parte delle nostre fragili giornate. Lenti palpiti in cui ogni cosa sembra andare storta e si vorrebbe scomparire alla vista dell’altrui esecra-bile angoscia, oppure, volgarmente: sfanculare tutti. Attimi di intima (r)esistenza nei quali si desidera restare soli ad oziare nei meandri impenetra-bili e oscuri della diverticolite dell’anima: la landa inesorabile rigonfia di rigurgiti dell’atrabile, o in una discrasia verbale diversamente ironica, del latrabile: Homo Homini Lupus.
    Flussi di sentimenti e di risentimenti, ideali per stravaccare sulla sponda necessaria e vedere scorrere sotto i propri occhi, la rivoluzione, il fiume infinito mai simile a se stesso, che sgorga imperituro dalla propria esistenza verso ogni remoto recesso della personale evoluzione. Come sta succedendo adesso a Jack, per nulla rintanato nella propria tranquilla esi-stanza, nei propri affetti, nei visionari e necessari mondi tardo-infantili o preadolescenziali già maturi per insufflare perennemente nei pomeriggi collinari il propr’io imberbe ed apprensivo. Il proprio riservato candore che prima o poi riuscirà a fargli ascoltare la voce e vedere la luce interiore divenire consapevolezza e riconoscere il proprio dàimon, come ben suggerito nel simbolico ed esoterico The Matrix dei Fratelli Wachowski. 

    L’apprensione verso il sesso (ignoto e misterioso) in Jack è pari alla sua precocità nello scoprire ogni conoscibile attraverso la presa di coscienza, ma scompare quando la madre, nei pomeriggi post-scolastici, nel supportarlo allo studio dei classici, l’opprime con la sua veemente personalità di scrittrice capace di estenuanti e massacranti citazioni letterarie. Vorrebbe prendere ogni volta la pillola rossa (scongiurando la localizzazione anche a Morpheus) e ritrovarsi con la propria indispensabile R-evoLution su, su in alto, in collina (simbolo fallico? Yang) nella profonda tana del bianconiglio (utero madre terra? Yin) e risperimentare l’emozione dello sfanculo materno, il Complesso di Edipo (Io) che verte alla predisposizione a recidere, (d)a ritroso, cordoni ombelicali di ogni sorta.
    Ritrosia evolutiva e risolutiva, un andirivieni cancrizzante o sotadico, un su e giù continuo, l'atto di chi s'infila in un tetro tunnel (Mito della caverna) da riper->correre a monte (il Viaggio dell’eroe dagli inferi) ben espresso e sublimato in un magico bifronte bilingue (R-EVOL-UTION) che ci magnifica il senso del mondo; una splendida epifania copulativa (hieros gamos) che rappresenta la sintesi dell’evoluzione del Lessico, nonché la riorganizzazione dell’io come soggettivazione che libera al mondo il nuovo EsSeRe (chi finalmente sa scegliere = l'eRetico) divenendo Re e padrone di se stesso: il “Rerum Novarum”. Solo chi recide rilascia intatto il legame dietro di sé, solo chi modifica a propria immagine il mondo interrogato dalla Sfinge (Inconscio-Ombra) nella più completa risonanza con l’universo sa spingersi fino al cambiamento (rivoluzione interiore) e ritrovarsi in una magica simmetria bidiRezionale: Revolution<––>NoiTuLoveR.




Brano tratto dal mio prossimo romanzo Twin Flowers.
Jack è un adolescente californiano che inventa novelle e sogna di diventare il nuovo sceneggiatore-regista di Hollywood. Ha un conflitto con la madre (scrittrice: Catherine Tramel di Basic Instinct) e un pessimo rapporto con il padre (poliziotto: Mel Gibson di Lethal Weapon). Per essi e con essi inventa una storia fantasy, thriller, noir, che ha a che fare con altri personaggi del mondo del Cinema e con i fiori (Iris e Rose, inoltre sono due sorelle gemelle - Twin Flowers - riguardatevi bene l'immagine del Cagnacci presentata qualche post fa). Qui mi interessa presentarvi (brano tratto dal primo capitolo del romanzo “Via col vanto”) il mondo di Jack che scoppietta in una sola parola R-EVOL-UTION (il mio avatar).