sabato 31 ottobre 2009

TRATART



E divento ogni giorno me stesso
e rinasco in perfetto accordo
con la mia evoluzione
lungo la spirale della Conseguenza
fino alla completa liberazione
dell’Esistenza.




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“Colui che vince lo farò una colonna nel tempio del mio Dio ed egli non ne uscirà più”.
S. Giovanni, Apocalisse.

domenica 25 ottobre 2009

NUME RETTO



Sette le note, sette i colli e le celesti sfere, da ammirare tutte le sere
da suonare all’infinito, da contare con un dito.
Sette i saggi, sette le Meraviglie, sette i peccati che ci assomiglian,
di ogni colore senza contorni, di un arcobaleno per sette giorni.

Conta i pianeti, conta gli accordi e la settimana

conta i suoni di ogni campana

conta i peccati, conta i colori e i sacramenti

ma non contare mai gli anni dei presenti.


Sei le facce del cubo, sei-sei-sei (666) contro ogni Setta e i falsi Dèi
del Creato finito il sesto giorno, del Re e della sua stella per il nuovo ritorno.
Sei gli alveari, sei le melliflue celle e l’esagramma dell’I Ching che muta ribelle
del matrimonio senza mestizia, dei pitagorici e della giustizia.

Conta il Sigillo, conta le Squadre e i Compassi
ma non contare sui semi sotto i sassi;

conta i Profeti, conta gli assatanati e i Mutamenti
usa la KaBaLa e i suoi procedimenti.

Cinque le dita, cinque i sensi, più se li conti più se ci pensi;
più del Pentagono più della Stella, più del pentagramma, più della iella.
Cinque i Libri sacri, cinque la Terra nella quintessenza che ci sotterra
di ogni uomo i suoi prolungamenti, delle popolazioni nei grandi continenti.

Conta gli arti, conta le dita per tutti i sensi

conta le righe per i suoni immensi

conta gli Anelli Olimpici, conta le razze multicolori

diventa campione e mettiti in gioco per non vincere ori.


Quattro i semi e gli elementi da puntare con le carte e gli esperimenti;
della famiglia e dell’eterna Gaia: infanzia, gioventù, maturità e vecchiaia.
Quattro le stagioni e i punti cardinali, dei quarti di Luna per i lupimannari,
per ogni incrocio da attraversare, per ogni viaggio per i quattro mari.

Conta gli Evangelisti, conta le fasi e i venti

per toccare nuovi porti con altri adepti attenti;

conta i semi nel gioco, conta gli assi e i pilastri

usa la bussola, ma orientati con il fuoco degli astri.


Tre le Grazie e il numero perfetto, tre il triangolo e la forma del gentil sesso
tre alla partenza prima del via, tre i “mea culpa” sul petto e così sia.
Tre i Re Magi, tre i regni d’Egitto, la Trinità nel nome di Cristo;
tre i processi in ogni azione finita, leggi la Divina Commedia... è la vita.

Conta i colpi alla porta, conta le Parche e il divino

conta Giuseppe, Maria e Gesù bambino,

conta passato, presente e futuro, conta parecchio

vedere il mondo con il terzo occhio.


Due gli opposti, due i punti per retta, in ogni duello e nell’usa e getta
di ogni se stesso dentro lo specchio, del bianco del nero, del pozzo e del secchio.
Due le facce, due i sessi nell’accoppiamento e negli amplessi,
di ogni moneta lanciata nei campi, sinistra-destra, giorno-notte, entrambi.

Conta il binario, conta il duetto e il riflesso

in ogni doppio... conta il proprio «se stesso»;

conta i binomi, conta i bis e i gemelli

viva le unioni così come
i matrimoni senza gli anelli.

Tutti per Uno
... Uno per tutti, vien sempre il primo, poi belli, brutti, ...
“Essere o non essere”, “Penso, quindi Sono” unità, singolo o Mono.
Uno il perno, uno il punto... colonna del mondo senza nessun congiunto.
Una la morte, uno l’inizio e il Sole, uno il solitario e la zitella senza prole.

Conta per prima, conta il pre e il primogemito

del Nume in ogni principio sempre congenito;

conta l’asse, conta il single e chi è solo

viva tutti i numeri e VIVA IL LORO RUOLO.

mercoledì 21 ottobre 2009

L'importanza di chiamarsi Ernesto



Balla Ernesto
balla nei miei ricordi
danza perché non scordi
che quel che tu dici
mi rende felice.
Balla Ernesto
balla per i miei occhi
danza finché non tocchi
il cielo e l’infinito
ancora con un dito.

Dai Ernesto

balla senza fretta

danza per non sentirti stretto

nei miei pensieri

oggi come ieri.



Corri Ernesto
corri dalle mie manie
scappa per non far pazzie
con il mio respiro
ancora un altro giro.
Corri Ernesto
corri dove c’è un sorriso
scappa più deciso
da un mondo incerto
tu che sei esperto.

Dai Ernesto
corri senza fretta

scappa dalle idee imperfette
verso profondi pensieri

oggi come ieri.



Lotta Ernesto
lotta sotto la luna
combatti con nuova fortuna
in ogni notte coraggiosa
per vincere ogni cosa.
Lotta Ernesto
lotta per i nostri figli
combatti perché gli assomigli
il futuro che costruisci
«libertà vieni… gioisci».

Dai Ernesto
lotta più in fretta
combatti per restare in vetta

nei miei pensieri

oggi come ieri.

martedì 20 ottobre 2009

L'ORA DEL TÈ



Te ieri il tuo io
non hai rivolto più a me
e io
non ti darò più il mio tè.




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TÈ, beccati questo!

venerdì 16 ottobre 2009

Tu povera illusa



Tento e ritenti di venirmi incontro
provi e riprovo, ma è sempre scontro.
Quella che sei lo so molto bene
quello che sono non vale un tuo perdono.

Sento e consenti a ciò che desidero
tenti e ritento ... ma non ti considero.
Come il surf sulle onde ti cavalco fino al limite
poi ti mando ancora a fondo e riapri vecchie ferite.

Prendo e riprendi il bandolo della matassa
scopri e riscopro la mia nota bassa.
Torno e ritorni a ripretendere tutto
mi convinci... e da egoista, rifaccio il farabutto.

Aspetto e riaspetti che io diventi diverso
parti e riparto, ma è sempre lo stesso.
Tu povera illusa rinnovi il tuo aspetto
io mi ripresento, invento una scusa e mi batto il petto.

La fedeltà è donna e riprovi a riabbracciarmi
io eterno
Ulisse per nuovi lidi, tu Penelope nell’aspettarmi.
Un tira e molla che ormai snerva e sfianca
tu per me sei una folla, io... per te la notte bianca.

Non sai più che dirmi e neanche come prendermi
vorresti vedermi morire, ma sai che potresti perdermi.
è tutto riprovevole questo non è un rapporto
tu sei forte, io debole... tu ammaliata... io più accorto.

domenica 11 ottobre 2009

E PARTO



E parto dalle labbra così strette.
Ti bacio con il fremito dentro agli occhi
mentre accarezzo i tuoi turgidi capezzoli.
Mi immergo nel tuo respiro d’aragosta
e tu leggera scivoli in fondo al mio mare.

E parto dalle carezze sul tuo monte,
dai caldi sorrisi dentro al petto,
ti ascolto come la fiamma scalda il vento
che danza lungo gli istanti trepidanti
dove i tuoi sospiri mi stringono a te.

E parto ad ogni tocco delle tue mani
ogni volta che pensi... mio piccolo fiume.
Il grande fuoco del desiderio ora avvampa
l’antro eccitato del tuo profondo lume.

E parto... perché so ascoltare il tuo ascoltare.

mercoledì 7 ottobre 2009

FI DARSI



Ho dato un pugno ad un cretino
e lui me ne ha ridati due.
Ho dato dei soldi
ad un amico e lui non me li ha ridati.
Allora ho dato soldi
ad un cretino e lui si è dato.

È meglio dare credito ai cretini
o agli amici?!


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Dare <--> Darsi: apertamente del cretino.

sabato 3 ottobre 2009

Dai nemici mi guardi D'io, dagli amici mi guardo io!



GLI AMICI

I miei amici veri, purtroppo o per fortuna,
non sono vagabondi o abbaialuna,
per fortuna o purtroppo ci tengono alla faccia:
quasi nessuno batte o fa il magnaccia.

Non son razza padrona, non sono gente arcigna,
siamo volgari come la gramigna.
Non so se è pregio o colpa esser fatti così:
c’è gente che è di casa in serie B.

Contandoli uno a uno non son certo parecchi,
son come i denti in bocca a certi vecchi,
ma proprio perché pochi son buoni fino in fondo
e sempre pronti a masticare il mondo.

Non siam razza d’artista, né maschere da gogna
e chi fa il giornalista si vergogna,
non che il fatto c’importi: chi non ha in qualche posto
un peccato o un cadavere nascosto?

Non cerchiamo la gloria, ma la nostra ambizione
è invecchiar bene, anzi, direi… benone!
Per quello che ci basta non c’è da andar lontano
e abbiamo fisso in testa un nostro piano:

se e quando moriremo, ma la cosa è insicura,
avremo un paradiso su misura,
in tutto somigliante al solito locale,
ma il bere non si paga e non fa male.

E ci andremo di forza, senza pagare il fìo
di coniugare troppo spesso in Dio:
non voglio mescolarmi in guai o problemi altrui,
ma questo mondo ce l’ha schiaffato Lui.

E quindi ci sopporti, ci lasci ai nostri giochi,
cosa che a questo mondo han fatto in pochi,
voglio veder chi sceglie, con tanti pretendenti,
tra santi tristi e noi più divertenti,
veder chi è assunto in cielo, pur con mille ragioni,
fra noi e la massa dei rompicoglioni…


Francesco Guccini