lunedì 1 giugno 2009

LOTTAVO NANO



Dubbì or not dubbì? Ovvero oNANIsmo mentale.

Ho un dubbio, e si sa, i dubbi li hanno solo i cretini, gli intelligenti hanno solo certezze (certaMente!). È da tempo che cerco di prendermi sul serio, ma non ci riesco, cioè, mi (s)piego meglio. Adoro le parole, le rompo, le straccio, le amplifico, insomma le manipolo, cercando di tirar fuori sensi intrinsechi (che parolona) da ognuna di essa, senza mezzi termini (il perché poi non so dirlo, infatti, i «termini» anche se tronchi (mezzi) diventano un nuovo ceppo, cioè un termine intero che si trasforma in uno nuovo, ergo «metà», cioè nano). Insomma cerco di indovinarne ogni rimando, ogni significato recondito tra(sfor)mandoli in significanti, ma alla fine mi sono arreso. La galassia è grande, troverò una via di scampo (e mazzanColle) per nascondermi.

C'è un termine che mi arrovella le cervella, ed è NANO. Nano è un vocabolo innocuo, semplice, inoffensivo, ... mah! E nei colpi di scena, nei risvolti, nelle piaghe dei pantaloni, c'è sempre un(a) grande MA(zza). Questo mezzo termine, qualcosa sicuramente sottintende. È corto come le parole importanti: casa, vita, sole, luna, pane, vino, figa, pene, pipì, pupù, papà, papa, bara. È concreto, forte, chiuso..., e per questo è sfuggevole, irraggiungiBile, imprendiBile (tanto che a furia di p(i)erseguirlo non respiro più, sarà per via dell'Al(f)fan(n)o?). Prendo fiato. Respiro lentamente. Ossigeno le sinapsi. Capisco. Mi arrendo. È inutile cercare di trasformarlo, tentare di adeguarlo alla mia coscienza, a farmelo piacere. Resta corto e basta. Non ci trovo niente di interessante, non posso farci nulla. Vorrà dire che lo metterò nel mio UniVerbo di parole morte, scusate volevo dire parole corte.
Affanculo i dubbi. Mori NANO, con te non l'otto più. Me ne farò una ragione.
R.I.P.

R
iottoso Informe Paraculo
Riprovevole Infame Pernicioso
Rivoltante Insidioso Piduista
Raccapricciante Italiano Putriscente
Repellente Individuo Politico

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